giovedì 17 ottobre 2013

Alessandra Amoroso - Amore Puro


Da casa mia: L'album si apre con l'unica canzone che vede, tra le altre, la firma di Alessandra Amoroso. E' un pezzo leggero, carezzevole, abbastanza delicato. Nel middle8 si sente molto la mano di Tiziano Ferro, produttore dell'intero progetto discografico, soprattutto visti i riferimenti alla "città", alla "propria gente", che sono ormai presenze costanti nella produzione del cantante di Latina. Un buon inizio. Voto: 7

Amore puro:  Anche la seconda canzone, che dà il titolo all'album, e che è stata scelta come singolo anticipatore, è una ballade delicata. Le strofe, un po' lunghe, e forse troppo articolate, fanno spazio ad un ritornello che, invece, è sicuramente più d'impatto. Anche in questo brano, interamente confezionato da Tiziano Ferro, la mano del cantante è evidente, sia per il rimando (anche qui!) alla "propria gente", sia per la presenza di alcune parti "recitate" che interrompono il cantato (finale compreso), che contraddistingue molti dei brani dello stesso cantante di Latina. Voto: 7 1/2

Fuoco d'artificio: Una bella atmosfera, molto intima, caratterizza la terza traccia. E' un brano delicato, in cui la voce di Alessandra Amoroso, più pacata rispetto al solito, ben si sposa con il suono del pianoforte, indiscusso protagonista di tutto il pezzo. Peccato per il finto falsetto del finale, poco convincente. Voto: 7+

Starò meglio: Si cambia decisamente registro con la traccia numero 4. Una canzone vivace, allegra, con un arrangiamento quasi da musical regala all'album una ventata di freschezza. Probabilmente, tutta in inglese, avrebbe potuto acquistare qualche punto in più. Voto: 6 1/2 

Difendimi per sempre: Un pezzo elegante, che porta la firma di Tiziano Ferro, in cui Alessandra Amoroso sembra essere completamente a proprio agio. Nonostante gli elementi di novità, il pezzo si inserisce perfettamente nel repertorio dell'artista di Galatina, seguendo un po' la linea pop-melodica delle precedenti produzioni. Voto: 6 1/2

Bellezza, incanto e nostalgia: La canzone è intrisa di malinconia; particolarmente interessante è il contrasto con il motivo, invece, "leggero" che la accompagna. Voto: 7-

L'hai dedicato a me:  Altra canzone confezionata da Tiziano Ferro, che però riesce a mantenersi in linea con quanto già inciso da Alessandra. Nel pezzo il pathos è crescente. Il ritornello è breve, incisivo, semplice, efficace. Molto bello l'intenso middle8, che riesce a conferire valore aggiunto al tutto. Voto: 7+

Non devi perdermi: Bella, intensa, suggestiva, emozionante. La canzone, scritta da Biagio Antonacci, rappresenta una vera e propria perla all'interno dell'album. Diversa dalle altre, ma non per questo fuori dal coro, emerge per l'eleganza, l'intensità del testo, il vigore interpretativo. Voto: 8+

Non sarà un arrivederci: Immancabili nelle produzioni della Amoroso testi scritti da Federica Camba e Daniele Coro, a cui l'artista deve gran parte della propria notorietà. La canzone strizza l'occhio alle sonorità italiane anni '80. Non male. Voto: 7-

Hell or hight water: Ad un brano dalla chiusura, Alessandra si lascia andare in un pezzo interamente in inglese di genere soul-pop, le cui sonorità sono decisamente più internazionali. E' evidente che, nonostante le siano affidati nella maggior parte dei casi pezzi più struggenti e "melodrammatici", la cantante si senta a proprio agio nell'interpretare brani che esaltino, invece, il lato più black della sua voce.  Voto: 7+

La vita che vorrei: L'album si conclude con una canzone lenta, un po' melensa, dal testo evidentemente ricercato, ma di difficile presa sul pubblico. Voto: 5 1/2 

Saranno contenti i fan di Alessandra Amoroso. La sua ultima fatica discografica è perfettamente in linea con le sue precedenti produzioni.
L'impronta di Tiziano Ferro è abbastanza evidente soprattutto per ciò che concerne la qualità dei testi: più ricercati, maturi, introspettivi, non di rado ostici, specie al primo ascolto.
Troviamo, quindi, l'Alessandra di sempre, in una versione più raffinata e, potremmo dire, "adulta". 
Rimarrà deluso chi, invece, dopo due anni di attesa, un viaggio in America per studiare gospel e la produzione dell'album a Los Angeles, si aspettava un cambio di registro, una produzione più internazionale, più prossima al soul, che esaltasse la parte più black della voce Alessandra. 
Questo lato, invece, esplode in maniera prorompente soltanto in uno dei brani presenti nel disco. 
Quella che poteva essere una bella "scommessa", certamente rischiosa in termini di accoglienza da parte del pubblico, è finita per diventare una "parentesi" in un album certamente buono, ma non innovativo. 

Voto complessivo: 7

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