sabato 17 dicembre 2011

Adriano Celentano - Facciamo Finta Che Sia Vero


Non ti accorgevi di me: L'album si apre con una canzone di Giuliano Sangiorgi. E' un pezzo veloce, moderno, dalle atmosfere pop-rock. Estratto come singolo di lancio dell'intero progetto discografico, il brano segna il ritorno di Celentano sulle scene musicali dopo quattro anni di assenza e testimonia come il cantante cerchi sempre di rimanere "al passo", adattando il proprio stile alle musicalità del momento. Piacevole la parte finale in cui il ritornello è cantato in collaborazione con il cantante dei Negramaro. Voto: 7

Ti penso e cambia il mondo: Celentano presta la propria voce per un brano scritto dal cantautore Pacifico e musicato da  Matteo Saggese e Steve Lipson. Si tratta di una canzone più "tradizionale", in linea con la classica canzone italiana, piacevole da ascoltare, in cui il middle8 rappresenta la parte più interessante. Meno entusiasmante, invece, tutta la parte finale cantata dal coro, che fa troppo old-style. Voto: 6 1/2

Facciamo finta che sia vero: Sembra quasi un tango la traccia che dà il titolo all'album. Il testo è di Manlio Sgalambro e Franco Battiato, il quale presta la propria voce per interpretare con Celentano parte del ritornello e della seconda strofa. La musica conferisce un velo di malinconia ad un brano a metà strada tra il nostalgico ed il polemico. Voto: 7-

Non so più cosa fare: Originale, fresca, nuova, la canzone è musicata da Manu Chao e scritta da Adriano Celentano. Collaborano al brano anche Jovanotti, Franco Battiato e Giuliano Sangiorgi. Il pezzo non solo è molto orecchiabile, ma anche assolutamente radiofonico. Potrebbe tranquillamente diventare la nuova "Il mio nome è mai più" (pezzo portato al successo da Jovanotti, Piero Pelù e Ligabue nel 1999). Neo, però, è tutta la parte parlata, che dura quasi due minuti, che rende il pezzo troppo lungo e spezza un po' l'atmosfera della canzone. Voto: 7

Anna parte: Sulle note di una melodia spensierata, Celentano racconta la storia di una lavoratrice, intrappolata nella sua vita monotona e fatta di routine. Il motivetto simpatico rende la canzone piacevole da ascoltare. Voto: 6 1/2

Fuoco nel vento: Musicata da Jovanotti, la traccia numero 6 è in perfetto stile Celentano. Si tratta, finalmente, di un brano melodico, ricco di pathos, in cui i violini, il pianoforte, ma anche il suono della chitarra elettrica, rendono più intensa la calda interpretazione del cantante della via Gluck. Il coro che lo accompagna conferisce alla canzone un'atmosfera impetuosa ed intensa. Voto: 7 1/2

La cumbia di chi cambia: Ancora un brano confezionato interamente da Lorenzo Cherubini. Si tratta di una critica feroce alla classe dirigente e politica, ben musicata e dal ritmo incalzante. Voto: 6+

La mezza luna: Musicata dal giovane Raphael Gualazzi, la penultima canzone colpisce per il ritmo travolgente ed il testo di semplice fattura. Una ventata di leggerezza e freschezza. Voto: 6 1/2

Il mutuo: La canzone che chiude l'album ricorda una vecchia hit di Celentano, "La terza guerra mondiale". Ma, a differenza di questa, che era interessante e coinvolgente da un punto di vista musicale, il nuovo pezzo sembra davvero un sermone, che non ha nè ritmo nè musicalità. Sembra che Celentano la "canti" giusto per dare al suo monologo la parvenza di essere una canzone. Anzi, si ha quasi l'impressione che  musica e coro siano stati aggiunti in un secondo momento, costretti ad adeguarsi a quanto recitato da Celentano, che non segue alcuna regola nè metrica; tant'è che, addirittura,  negli ultimi due minuti il cantante resta a parlare mentre la base si sente in lontananza. Voto: 5

Da un punto di vista prettamente musicale il nuovo lavoro di Adriano Celentano è ricco di elementi interessanti e nuovi. Musiche belle, fresche, nuove, accompagnano, però, testi non sempre leggeri.
Per quanto riguarda, infatti, invece, ciò che viene cantato, il cd potrebbe dirsi assolutamente "politico", dal momento che in 7 brani su 9 non mancano continui riferimenti al precariato, alla classe dirigente, a problemi di ordine economico, sociale, nazionale e non.
Va bene utilizzare la musica come strumento per veicolare anche messaggi sociali ed opinioni politiche, ma farne un abuso toglie leggerezza e musicalità ad un album caratterizzato, invece, da melodie interessanti.
E questo è il caso.

Voto complessivo: 6 1/2


4 commenti:

  1. sei stato troppo avaro nel giudizio.
    "facciamo finta che sia vero" è un disco da 10!
    tu hai fatto finta che non sia vero... spero
    eliseo

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  2. secondo me invece Celentano nn è stato troppo avaro nel giudizio è stato diretto secondo me ha detto quello ke pensava Celentano,a me nn piace personamente,però dice delle cose verissime Aridriano,ciao Anonima risp

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  3. recensione ridicola.. questo album vale almeno 9..

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  4. recensione ridicola.. questo album vale almeno 9..

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